Il pensiero sull'ospedale
di Gemona di Vittorio Bertossi
Apprendiamo dal
Messaggero Veneto del 7 febbraio 2021 una lettera spedita da Vittorio
Bertossi che merita la massima diffusione e la condividiamo interamente.
In Regione
La crisi della sanità ha radici profonde
Gentile
direttore,
sappiamo
che da molti anni le varie maggioranze (sia di destra che da
sinistra), hanno sempre tagliato i posti letto in tutti i nosocomi. Hanno
chiuso ospedali, non hanno provveduto ad assunzioni di personale
sanitario, hanno tagliato i medici di base, eccetera senza potenziare la
medicina sul territorio dicendoci che << era giusto così...>>. Ora ci
troviamo davanti ad una calamità sanitaria senza precedenti. Tutti
provvedimenti presi ultimamente servono a tamponare le enormi falle che si
sono create nel tempo. Purtroppo i risultati sono mediocri, per non dire
scadenti. Se non siamo arrivati al "disastro" è solo per l'impegno di
tutto il personale sanitario. Nessuno escluso.
La politica regionale ha l'obbligo di meditare e imparare da
questa esperienza. Deve avere il coraggio di ritornare sui suoi passi e
riconoscere i propri errori. Tutto il consiglio regionale deve impegnarsi
unitariamente ad affrontare la "questione sanitaria" senza remore o
diffidenze reciproche magari tenendo conto di quello che chiede la gente.
Quando si sbaglia, bisogna avere il coraggio e la dignità di riconoscerlo.
Ridurre i posti letto, in una regione dove vive una
popolazione tra le più vecchie d'Italia (siamo secondi , dopo la Liguria)
e in particolare nell'Alto Friuli dove oltre l'età delle persone e i
servizi carenti, anche le distanze sono notevoli e i trasporti
insufficienti, si è deciso di chiudere l'ospedale di Gemona, tagliando
(ancor prima dell'emergenza Covid) anche alcuni servizi ambulatoriali
perfino in libera professione.
Pensare di "istituire" 30 posti per la
riabilitazione cardiologica, così come annunciato, è improponibile e non
può reggere dal punto di vista sanitario. Cosa diversa, se la
riabilitazione rientra in un piano di nuova organizzazione dell'ospedale.
Non si può ricoverare persone che possono avere bisogno dell'emergenza o
della rianimazione in un luogo sprovvisto di tali servizi come il San
Michele. Fare una cosa simile è quantomeno rischioso...
Le cose che perdiamo oggi non le riavremo mai
più.
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