Cronaca

Litiga con la convivente e la uccide con
tre colpi di accetta alla testa e al collo

Il killer è fuggito ma è stato bloccato in casa di un conoscente
I due avrebbero dovuto sposarsi ma lei ci aveva ripensato

UDINE - Litiga con la convivente, la uccide a colpi di accetta e poi scappa. Il dramma si è consumato questa mattina a Osoppo, in provincia di Udine.

Vittima una donna di 45 anni di Gemona, Giulia Candusso.
L'assassino sarebbe il compagno egiziano della donna. A quanto si è appreso l'uomo avrebbe l'avrebbe uccisa con tre colpi d'accetta, due alla testa e uno al collo.

La lite e il delitto: i due dovevano sposarsi ma lei ci aveva ripensato. Secondo le prime testimonianze la lite fra i due è cominciata a Gemona dove condividevano un piccolo appartamento. Un vicino di casa ha sentito le urla molto violente della donna e successivamente ha visto la coppia allontanarsi in automobile.

Un vicino li vede litigare e li segue, poi trova la donna morta. Preoccupato, il vicino di casa ha seguito la coppia perdendola però di vista. Dopo alcune ricerche, poco fuori l'abitato di Osoppo, ha trovato la donna morta con il cranio fracassato e ha dato l'allarme. L'automobile con la quale la coppia da Gemona si era diretta ad Osoppo è stata trovata parcheggiata poco distante dal municipio di Osoppo. Pare che l'egiziano volesse sposare la donna che in un primo tempo - secondo le prime e sommarie ricostruzioni dei fatti - avrebbe acconsentito per poi ritrarsi. Da qui le liti violente tra i due, sfociate nell'omicidio.

Il delitto e poi la fuga: posti di blocco ovunque per rintracciarlo.
Le pattuglie sono state dispiegate su tutto il territorio edl Friuli Venezia Giulia per bloccare la fuga dell'assassino.

L'assassino trovato a casa di un conoscente: «Ero venuto per fare un bagno». Si tratta di un cittadino egiziano di mezza età, da tempo residente in Italia, dipendente di una azienda che opera nella zona industriale di Osoppo. L'uomo era fuggito, ma è stato fermato dai carabinieri in casa di un conoscente dal quale era andato, avrebbe detto, per fare un bagno, poco lontano da Osoppo, dove è avvenuto il delitto. L'egiziano è stato interrogato da parte del magistrato di turno della Procura della Repubblica di Tolmezzo (Udine). L'accetta con la quale l'egiziano ha ucciso la sua convivente è stata invece ritrovata nell'abitazione dell'amico che gli aveva dato ospitalità in questi mesi.
Giovedì 07 Luglio 2011 - 10:32    Ultimo aggiornamento: 15:37


articolo de Il Gazzettino.it

 

 

Uccide la convivente a Osoppo:
si dà alla fuga ma viene catturato

 

Al culmine di una violenta discussione un uomo ha vibrato quattro colpi d'accetta alla convivente uccidendola e poi si è dato alla fuga. Poco dopo è stato fermato: è di origine egiziana.

OSOPPO. Un uomo ha ucciso questa mattina la convivente a Osoppo con quattro colpi di accetta, dandosi poi alla fuga. L’omicidio - secondo quanto è stato reso noto dai Carabinieri del nucleo operativo di Udine - è avvenuto al culmine di una lite. La vittima è Giulia Candusso, 45 anni, residente a Gemona, mentre l'omicida - l'uomo non ha confessato - è di origine egiziana e lavora nella zona industriale di Osoppo come manovratore di treni. I Carabinieri non ne hanno ancora resa nota l’identità.

Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, tutto sarebbe cominciato nell'abitazione della donna a Gemona dove è scoppiata una violenta lite tra i due che in passato sono stati entrambi in cura al Centro di igiene mentale. All'origine dell'alterco potrebbe esserci il fatto che l'uomo voleva sposare la donna e che questa, dopo aver in un primo momento accettato la proposta, avrebbe fatto marcia indietro.

La lite ha allarmato un vicino di casa che ha ritentato di farli smettere. I due si sono allontanati con l'autovettura dell'uomo, una 600, e il vicino, insospettito, dopo un po' li ha seguiti. Verso le 8.30, i due si sono appartati per continuare la discussione tra gli alberi di una zona vicino a Osoppo usata dalla Fattoria sociale di Osoppo per far pascolare le mucche. Ed è qui che il vicino, poi interrogato dai carabinieri, ha rinvenuto, verso le 9.30, la donna, ormai senza vita, e ha dato l'allarme ai carabinieri che hanno trovato il cadavere con quattro ferite da accetta al lato della testa.

I carabinieri hanno disposto immediatamente dei posti di blocco attorno a Osoppo, ma hanno trovato quasi subito l'uomo nell'abitazione dove era ospitato da un anziano e dove era arrivato chiedendo di fare subito un bagno perché sporco e sudato. Anche l'anziano è stato interrogato dagli inquirenti.

Quando l'uomo è stato arrestato non gli sono state trovate addosso macchie di sangue e sono ancora in corso le ricerche, aiutate anche da un elicottero dei carabinieri giunto da Treviso, per trovare sia la sua vettura, sia dell'arma del delitto. La prima è stata trovata parcheggiata poco distante dal municipio di Osoppo. L’accetta, invece, è stata rinvenuta nell’abitazione dell'amico.

Intanto l'uomo, portato in caserma e interrogato dal sostituto procuratore Burra, della Procura di Tolmezzo, l'uomo non ha confessato nulla, ha rifiutato di rispondere e ha richiesto la presenza di un avvocato.

articolo del Messaggeroveneto.it      7.7.2011

 

 

Non vuole sposarlo,
è uccisa a colpi di mannaia

Lei gemonese, 44 anni, lui egiziano, 52. Già uniti da rito islamico, la donna non voleva più regolarizzare il matrimonio in municipio.

OSOPPO. Si erano già detti sì davanti ad Allah. Lui le aveva lasciato in dote un anello d’oro e in calce alla dichiarazione di matrimonio rilasciata dal centro culturale islamico udinese di via del Vascello si erano promessi «la fedeltà per tutta la vita».

Ma quella promessa d’amore ieri si è trasformata in tragedia. Lei non era più convinta di voler vivere con lui e di ripetere quel sì in municipio a Gemona, per far riconoscere il matrimonio alla legge italiana. E così quell’amore è diventato odio, rabbia, pazzia, furia cieca e alla fine furia omicida. L’egiziano di 52 anni Ahmed Mohamed Fathy Yassin ha colpito alla testa per quattro volte con una mannaia la sua “promessa sposa” Giulia Candusso, gemonese di 44 anni. Il loro amore, nato al Centro di salute mentale di Gemona dove entrambi erano in cura, è finito ieri mattina in un prato della fattoria sociale di Osoppo, alle pendici del forte.

L’ultima discussione era iniziata mercoledì sera. Augusto Casasola, che ospitava l’egiziano in una casa a Osoppo, ha raccontato di averlo sentito discutere al telefono: «Giulia non puoi farmi questo» continuava a ripetere. Poi Yassin ha chiesto a Casasola di accompagnarlo a casa di lei, a Gemona, per vedere se l’auto della donna, una Fiat 600, fosse ancora parcheggiata lì. L’auto c’era e i due sono rientrati a Osoppo.

Ma la discussione tra i “promessi sposi” è ripresa ieri mattina. Lui si è presentato sotto casa di lei, davanti alla 600. Lei, forse per non discutere in mezzo alla strada, lo ha fatto salire in macchina e insieme sono andati a Osoppo. Qui, un giovane li ha visti litigare fermi a un incrocio vicino alla chiesa. Erano più o meno le 8.20, racconterà poi ai carabinieri. Il litigio è così violento che il giovane, quando vede la 600 ripartire, decide di seguirla. L’egiziano e quella che per il diritto islamico è già sua moglie si dirigono verso la “Uache”, un’oasi di verde a circa un chilometro dal centro del paese, dove si trova la fattoria sociale.

I due si appartano e il giovane li perde di vista, ma poco dopo vede di nuovo la 600 passare. C’è Yassin al volante, ma è solo. Il giovane, ancora più preoccupato, continua a cercare e in quel dedalo di stradine sterrate, poco dopo le 9, trova il corpo senza vita di Giulia Candusso e chiama i carabinieri. La donna ha il cranio fracassato da almeno 4 colpi di mannaia. Dello straniero (che aveva lavorato in diverse aziende della zona industriale, ma da qualche tempo era senza occupazione, tanto che proprio nei giorni scorsi aveva chiesto aiuto al sindaco di Osoppo, Luigino Bottoni) non c’è traccia. La sua fuga però dura poco.

I carabinieri di Tolmezzo e il nucleo investigativo coordinato dal capitano Fabio Pasquariello, che nel frattempo avevano anche disposto dei blocchi stradali, lo rintracciano in pochi minuti: è nell’abitazione di Casasola a Osoppo, ha fumato una sigaretta dietro l’altra, ha chiesto al padrone di casa di fare un bagno e continua a ripetere che «Giulia questo non glielo doveva fare».

I carabinieri lo trovano in pantaloni corti e accappatoio. Non fa resistenza, ma non parla. Scatta quindi la caccia alla 600 e da Treviso si alza anche un elicottero che la individua nella tarda mattinata in via Ulivi, una stradina senza uscita vicina al municipio. Yassin l’aveva abbandonata lì prima delle 9. All’interno non c’è l’arma del delitto che sarà invece trovata nel corso della perquisizione a casa di Casasola, ma sul finestrino anteriore sinistro ci sono segni di sangue.

A questo punto, gli investigatori sono convinti di avere ricostruito la dinamica dell’accaduto e alla caserma dei carabinieri di Osoppo l’egiziano viene interrogato alla presenza di un avvocato e del sostituto procuratore di Tolmezzo, Alessandra Burra. Incalzato dalle domande il 52enne mantiene la calma e nega di aver ucciso la donna che ama. Gli inquirenti però non gli credono. Sono le 18 di ieri quando Yassin viene accompagnato nel carcere di Tolmezzo. Dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

08 luglio 2011 - Cristian Rigo

Articolo apparso sul Messaggero Veneto del 8 luglio 2011

 

Litiga con la convivente e la uccide:
tre colpi di accetta alla testa e al collo

Il killer è fuggito ma è stato bloccato in casa di un conoscente
I due avrebbero dovuto sposarsi ma lei ci aveva ripensato

UDINE - Non ci sono quasi più dubbi. Il movente dell'efferato omicidio commesso questa mattina nel bosco in località La Vuache a Osoppo (Udine) è di natura sentimentale. Il presunto assassino, Ahmed Mohamed Yassin, 53 anni, egiziano da tempo residente a Osoppo, non ha digerito il rifiuto della compagna alla sua proposta di matrimonio. Ne è nato un violento litigio, cominciato alle 8.30 sotto casa della vittima, Giulia Candusso, 45 anni di Gemona (Udine), e terminato nel bosco di Osoppo.



Tragico l'epilogo. Yassin estrae un'accetta, presa in casa di Augusto Casasola, l'uomo che lo ospitava dal 25 maggio, e colpisce la donna. Il primo colpo la prende alle spalle. Poi viene colpita in testa da almeno 4 fendenti, uno al lato destro del capo le provoca una profonda ferita e una copiosa perdita di sangue. A ritrovare la donna è un suo vicino di casa che, insospettito dal violento litigio, li segue. Ma quando arriva nel bosco che Giulia gli ha confidato essere luogo frequentato con Ahmed è ormai troppo tardi. La donna è già stesa a terra, senza vita. E lui non può far altro che lanciare l'allarme.
 


il presunto assassino Ahmed Yassin


Sono le 9.30. Comincia subito la caccia all'uomo che si conclude nel raggio di pochi chilometri. Il presunto omicida viene trovato in casa a Osoppo, pronto per farsi un bagno, come aveva chiesto, agitato e tutto sudato, al suo padrone di casa. Addosso a Yassin non vengono trovate tracce di sangue, così come ripulita e riposta sullo scaffale degli attrezzi sembra anche l'arma del delitto. L'uomo viene portato in caserma a Osoppo e dopo essersi trincerato nel silenzio, in attesa dell'avvocato d'ufficio, risponde alle domande del pm Alessandra Burra titolare delle indagini. La confessione attesa, però, non arriva.

Gli elementi raccolti in una giornata frenetica di indagini dai carabinieri di Osoppo, del nucleo operativo di Tolmezzo e investigativo di Udine, sono comunque sufficienti a far scattare l'arresto in quasi flagranza. Omicidio volontario le accuse finora contestate all'egiziano. Ma la sua posizione potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, con la contestazione delle aggravanti dei futili motivi, della crudeltà e, forse, della premeditazione.

Nelle prossime ore l'uomo verrà condotto davanti al gip di Tolmezzo per la convalida dell'arresto, poi sarà nuovamente sentito dagli inquirenti. Nel frattempo già domani dovrebbe essere eseguita l'autopsia sul corpo della donna. L'incarico è già stato conferito al medico-legale Carlo Moreschi

Ultimo aggiornamento 8 luglio 2011

articolo apparso su il gazzettino.it dell'8 luglio 2011 - foto ricavate da Il Gazzettino dell'8 luglio 2011

 

 

Delitto Candusso, morto in cella l'assassino

   Era stato condannato a 30 anni di carcere per aver ucciso a colpi d'accetta la compagna a Udine, ieri mattina l'hanno trovato senza vita nella  sua cella del carcere Due Palazzi di Padova. Ahmed Mohamed Yassin, 61 anni, egiziano alle 7 del mattino giaceva esamine. << Aveva problemi psichici, uno così in carcere non ci doveva stare>> denuncia Giampietro Pegoraro, responsabile della Cgil Polizia penitenziaria.

    L'uomo è stato trovato di primo mattino, quando gli agenti della polizia penitenziaria hanno iniziato a fare il giro del piano. E' successo nella casa di reclusione, dove scontano le pene i detenuti che hanno già avuto una condanna definitiva. Ahamed Mohamed Yassin era dentro da luglio del 2011. Sul posto sini stati chiamati i soccorsi. Medici e infermieri del Suem 118 hanno praticato le manovre di rianimazione ma non c'è stato niente da fare. Per farla finita ha usato un lembo di un lenzuolo. A ottobre del 2012 l'egiziano era stato condannato a 30 anni per omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione. Insomma, per il giudice era tutto fuorché pazzo e per questo gli era stata comminata l'aggravante della premeditazione e della crudeltà. Ahmed Mohamed Yassin è l'uomo che uccise Giulia Candusso, 45enne di Gemona, massacrata a colpi di accetta sferrati al capo nel bosco di Osoppo, il 17 luglio del 2011. Yassin era stato ritenuto capace di intendere e di volere, mentre il suo legale, l'avvocato Andrea Castiglione, aveva puntato la difesa sul vizio di mente. Yassin e Giulia Candusso avevano sancito la loro unione come coppia davanti ad Allah. Lui le aveva lasciato in dote un anello d'oro. In calce alla dichiarazione di matrimonio rilasciata dal centro culturale islamico si erano promessi >>la fedeltà per tutta la vita>>. A un certo punto lei si è però rifiutata di ripetere quel <<sì>> anche in municipio, per ufficializzare il matrimonio anche dal punto di vista legale. Così l'amore si trasformato in odio, rabbia e infine anche in furia cieca. Il dramma si era consumato nel bosco della Uache, un'oasi di verde a circa un chilometro dal centro di Osoppo, quando l'uomo aveva colpito la sua "promessa sposa" con una mannaia. Poco più tardi i carabinieri lo avevano rintracciato nella sua abitazione, in pantaloni corti e accappatoio. In casa era stata trovata anche l'arma del delitto, mentre sulla sua 600 c'erano segni di sangue. Inizialmente aveva cercato di negare ma poi era stato incastrato dall'esame del DNA.
    Il responsabile della Cgil Polizia penitenziaria pone l'accento su un problema che riguarda la "gestione" di determinati detenuti. Ahmed Mohamed Yassin in passato aveva trascorso lunghi periodi in un centro di igiene mentale. Anche se il giudice ha ritenuto di non riconoscere l'infermità mentale, comunque c'erano segni di squilibrio. <<Il personale l'ha detto chiaro e tondo - protesta Pegoraro -. E questo è un problema, sia per noi che per i detenuti>>.

articolo apparso sul Messaggero Veneto del 25 aprile 2019 - Enrico Ferro