Restaurato il duomo Non è solo la "madre" delle chiese gemonesi, è anche uno dei più importanti monumenti del Friuli, simbolo della rinascita post terremoto di cui porta ancora i segni. Dopo lunghi messi di lavoro, il Duomo di Santa Maria Assunta è stato infine restituito alla città, bello quasi come doveva essere nel 1300. I lavoratori di restauro del paramento lapideo hanno infatti permesso di ripulire la facciata dai segni di inquinamento e polvere depositata negli anni sulle pietre, lisce e lavorate, nonché sugli elementi scultorei. Finanziamenti per circa 100mila euro dal Ministero per i beni culturali, i lavori sono stati progettati dalla Sovraintendenza Fvg e realizzati dalla ditta Diemmeci srl. Ci sono voluti circa sei mesi per riportare la pietra piasentina al suo stato d'origine, liberando la bellezza degli elementi decorati che ai restauratori prima, al pubblico poi, hanno portato in dote una sorpresa: la pulizia della pietra ha portato infatti alla luce brandelli di colore sugli elementi scolpiti, tali da far pensare che questi, nel 1300, fossero dipinti. Tracce di colore si possono apprezzare sulle vesti, sulle corone e sulla pelle, sia di San Cristoforo che di personaggi minori, e permettono d'intuire quale fosse la bellezza dell'opera in origine. Vale a dire nella prima metà del 1300. La facciata fu restaurata infatti tra il 1280 e gli anni 30 del XIV secolo. Prima da Magister Iohannes, il quale riordina la facciata mettendo sopra l'ingresso l'antica lunetta, anteriore di circa un secolo e forse più, poi da Giovanni Griglio, autore tra l'altro del monumentale San Cristoforo nonché della duplice scena dell'Epifania. Presentati lo scorso venerdì dai vertici della Soprintendenza unitamente alle ditte che li hanno eseguiti, i lavori di restauro della facciata sono stati benedetti ieri, a "sorpresa", dall'arcivescovo emerito Pietro Brollo (Che è stato ordinato vescovo nel 1986, proprio in duomo a Gemona, per l prima volta riaperto al culto dopo il terremoto) al termine della messa del Ringraziamento che ha richiamato come ogni anno tante persone anche da fuori città. La città e il Friuli si sono così riappropriati di un luogo del cuore. Quando lo sia, il Duomo, è dimostrato dalla risposta della gente all'appello che l'Arciprete di Gemona, mons. Valentino Costante, aveva lanciato lo scorso mese di giugno per realizzare, in parallelo ai lavori di restauro degli elementi lapidei, anche il rifacimento e il montaggio delle vetrate dei tre rosoni realizzato dalla ditta Gibo srl. L'appello ha colto nel segno. << Dei circa 100mila euro di spesa - fa sapere Mauro Vale della Fabbriceria del Duomo - il 60% è stato coperto grazie alla generosità di tanti parrocchiani, di gemonesi e non solo. Per la parte restante c'è già la disponibilità dell'amministrazione regionale a partecipare alla spesa e si spera che possa fare altrettanto quella locale>>. I lavori in corso hanno spronato la parrocchia a metter mano a un terzo intervento che ha consentito di risolvere l'annoso problema delle colonie di piccioni avvezzi a nidificare tra dietro le volte degli archi e all'interno delle due scene dell'Epifania che ritraggono rispettivamente l'adorazione e i Re Magi dormienti. Su commissione della parrocchia, la ditta Kaptura Srl ha posato dei fili dissuasori che impediscono l'appoggio dei piccioni andando così a mettere in sicurezza il restauro appena concluso dalle colature di nidi ed escrementi a danno delle statue e della facciata Maura Delle Case - Messaggero Veneto del 12 novembre 2018 |