L'eredità di Alessandra
Fantoni nel suo archivio
Cerimonia privata ieri per l'addio all'ex vicepresidente dell'azienda,
moglie del cavaliere Marco, morta a 87 anni
Non avrebbe
gradito i riflettori puntati addosso, proprio lei che per tutta la vita
aveva scelto con determinazione di starsene lontana dalla ribalta, lei che
della riservatezza aveva fatto uno stile. Così era Alessandra De Antoni
Fantoni, moglie del cavaliere Marco, mamma di Giovanni e Paolo Fantoni,
mancata il 7 febbraio all'ospedale di Udine dov'era ricoverata. Ieri, i
familiari le hanno reso l'estremo saluto in duomo a Gemona, assieme agli
amici più intimi, nel corso di funerali celebrati in forma strettamente
privata. A ricordare il suo lungo impegno in azienda, dove nel tempo ha
rivestito anche il ruolo di vicepresidente, ora sarà l'archivio aziendale
che è stato rinominato "Archivio Alessandra De Antoni Fantoni": uno
scrigno di saperi e testimonianze di un secolo di attività, tra mobili,
disegni tecnici, rappresentazioni, fotografie, cataloghi e ferramente. Un
luogo al quale incoraggiata dal marito Marco, la signora Fantoni si è
dedicata per anni, spendendovi intere serate, domeniche e vacanze, per
raccogliere e catalogare ogni aspetto della lunga vita aziendale.
Secondogenita della gemonese Lina Stefanutti e di Pietro De
Antoni, Alessandra nasce il 28 dicembre 1933 a Bagni di Lusnizza, un
angolo di Valcanale del quale incarna lo spirito montano, duro, che ne
forgia ul carattere. Forza e senso del dovere sono i valori che ne
rappresentano lo stile di vita, misurato. Trascorre la giovinezza assieme
al fratello Giancarlo tra la Val Canale e Comeglians, mentre sullo sfondo
la guerra e le truppe tedesche, partigiane e cosacche riportano alla luce
i traumi legati alla disfatta di Caporetto. Compiuti gli studi classici
tra Bologna e Venezia, conosce il marito marco Fantoni che sposa nel 1954
e con cui condivide un'incrollabile devozione per la famiglia e il lavoro.
Sono gli anni della costruzione del mobilificio di Gemona, poi
dell'insediamento della Ziro di Osoppo, un periodo che getta le basi per
il dirompente sviluppo degli anni 90 con l'Mdf.
A quelo di madre attenta, che segue i figli Giovanni e
Paolo, dai primi anni '70 la signora Fantoni affianca un ruolo sempre più
attivo in azienda, in particolare all'interno dell'ufficio commerciale.
Partecipa al salone del mobile di Milano, si relaziona affabilmente con i
clienti, agenti e collaboratori, entra in contatto con importanti firme
del design che prendono a frequentare casa Fantoni.
Il 1976 la vede nuovamente in prima linea, al fianco
del marito, prima per far ripartire l'azienda, poi per ricostruire la casa
di Gemona, impresa affidata all'amico Luciano Gemin, che ieri, a 93 aani,
ha voluto partecipare alle esequie per salutarla un'ultima volta. La
famiglia si allarga con l'ingresso delle nuore, Maria Grazia e Nicoletta,
e ancora con l'arrivo dei nipoti Marco, Alessandra, Alessandro, Marianna e
Silvia. Negli ultimi anni Alessandra Fantoni diviene fulcro e custode
dell'unità familiare, sempre al fianco del marito, al quale rivolge le sue
attenzioni, salvo quelle necessarie a restare in contatto con il mondo,
attraverso il pc, ancora desiderosa di sapere e conoscere.
articolo apparso sul Messaggero Veneto del 12 febbraio
2021 nella cronaca di Osoppo, scritto da Maura Delle Case |