Giovanni Galli caduto sul monte Cjampon Scivola in un canalone e muoreGEMONA. È scivolato in un canalone
sul monte Chiampon ed è morto sul colpo dopo un volo di 70 metri, il 2
febbraio 2005. La
vittima è Giovanni Galli, 60 anni, pensionato con un passato di emigrante
e attualmente segretario del Cai, Club alpino italiano, di Gemona. La
salma dell'uomo è stata ritrovata ieri mattina in fondo a un dirupo: forse
il ghiaccio l'ha tradito, lui che aveva un fisico e un allenamento che
molte persone di gran lunga più giovani avrebbero invidiato. Il suo corpo
senza vita è stato trovato ieri mattina in un canalone sul monte Chiampon:
dopo essere scivolato, Galli è caduto nel vuoto per una settantina di
metri, finendo su un ghiaione. Gli uomini del soccorso alpino di Gemona e
della guardia di Finanza di Tolmezzo e Sella Nevea, che con l'ausilio
dell'elicottero della Protezione Civile regionale hanno condotto le
ricerche, hanno riferito che l'uomo, le cui tracce rinvenute indicano si
fosse portato più in alto rispetto al sentiero - forse per guardare meglio
qualcosa che aveva attirato la sua attenzione - sarebbe, molto
probabilmente, scivolato sulla lastra di ghiaccio che in questa stagione
copre i fianchi della montagna.
Il guardiano del Cjampon Ricordo del Gemonese Giovanni Galli, caduto sul monte
Giovanni Galli di Gemona è caduto sul Cjampon, qualche giorno fa. Il suo non è un nome che dica molto agli appassionati. Non richiama imprese, libri, e nemmeno cariche sociali di lustro, se non quella, preziosa e modesta, di segretario della locale sezione del Cai. Pure la sua vita, e anche la sua scomparsa, sono una testimonianza di come sopravviva, più diffuso di quanto si pensi, un modo di praticare la montagna che costituisce carne e sangue dell'alpinismo. L'espressione concreta e piana di quell'amore che a volte nell'attività di punta dei grandi corre il rischio di tramutarsi in bramosia o in obbligo professionale.
Era nato nel '44 Giovanni, si era diplomato al Malignani, e dopo il corso
ufficiali negli alpini di Aosta aveva dovuto, come tanti conterranei,
lasciare l'Italia per la Svizzera. Dal '65 al 2000 aveva lavorato nel
settore progetti della Brown Boveri, ramo motori elettrici, nella fabbrica
di Zurigo, poi, negli ultimi anni a Vienna. Di frequente ritornava in
Friuli, anche ogni quindici giorni - racconta Piero, suo fratello gemello
- alternando salite ed escursioni sui monti di casa con altre nell'Oberland
bernese. Dopo la quiescenza, rientrato a casa, aveva assunto una serie di
impegni nell'associazionismo gemonese: il Cai, appunto, l'Ana, Il comitato
della borgata di Maniaglia.
Giovanni Galli lo conosceva come un ambiente domestico, certo non credeva
possibile che qualcosa potesse capitargli proprio lì. Ma anche le scale di
casa, con un velo di ghiaccio, rappresentano un'insidia. Il corpo è stato
ritrovato in un canalone, appunto sotto la corda fissa "della signorina",
ancora da superare in salita, ovvero già passata in discesa. L'ipotesi è
che su un tratto di ripidi verdi, la neve sciolta sia rigelata sotto i
ciuffi d'erba, creando una lastra insidiosa e invisibile, sulla quale le
calzature prive di ramponi, sono scivolate, sino al limite dei sottostanti
balzi rocciosi. foto e testo ricavati dal Messaggero Veneto dell'8 febbraio 2005
per il ricordo di Giovanni Galli in cima al Cjampon 1.709 m
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