Il pirata: volevo andare dal sindacoL’anziano che domenica ha
investito e ucciso un pedone ha detto di non essersi accorto di nulla. Il
difensore: è distrutto dal dolore
GEMONA. Era pronto a costituirsi. Si sarebbe presentato nel pomeriggio di
lunedì dal sindaco di Gemona, Paolo Urbani, che quello stesso giorno aveva
lanciato un appello attraverso le colonne del “Messaggero Veneto”, e
avrebbe confessato di essere lui l’investitore “pirata”. Bruno De Caneva, 81 anni, di Liariis, aspettava soltanto l’arrivo della
figlia, che abita fuori regione e che l’avrebbe accompagnato in quel
difficile momento. I carabinieri, come riferito sull’edizione di ieri, lo
hanno preceduto: riconoscendo in lui il responsabile dell’investimento
mortale di Beppino Pascolo, il gemonese di 64 anni travolto lungo la
Pontebbana nella serata di sabato e deceduto poco dopo in ospedale, sono
andati a bussare alla sua porta la mattina di lunedì. È una tragedia nella tragedia quella che in questi giorni ha investito
due famiglie e le rispettive comunità. «Lui e i suoi cari sono molto
provati - ha affermato l’avvocato Alen Giorgini, il legale del foro di
Tolmezzo incaricato della difesa -. Al di là delle colpe, che ci sono, e
senza nulla togliere a chi non c’è più, è una famiglia distrutta dal
dolore. E non è vero che ha guardato il corpo della persona investita e se
n’è andato. Le cose non sono andate così». Di più, per ora, il difensore
non ha potuto, nè voluto dire. Per l’anziano, intanto, le ipotesi di reato
restano l’omicidio colposo, la fuga e l’omissione di soccorso. Se così non fu, saranno le indagini dei carabinieri della Compagnia di
Tolmezzo e della stazione di Gemona - che hanno in breve chiuso il cerchio
sull’identità dell’investitore, incrociando i dati giunti da Roma sul
pezzo di freccia dell’auto “pirata” trovato sul posto e la testimonianza
di un passante - ad accertarlo. La versione resa nel corso delle spontanee
dichiarazioni da De Caneva propone una ricostruzione assai diversa dei
fatti. L’incidente è avvenuto prima delle 19.45, quando un passante ha
notato il corpo di Pascolo a bordo strada, lungo la statale 13, nella zona
di Ospedaletto, e ha allertato il 118. A quanto appreso, De Caneva avrebbe riferito di essersi accorto, mentre
guidava e sotto una pioggia battente, di una sagoma che procedeva davanti
a lui e di avere pensato anche di averla schivata. Dopo qualche decina di
metri, avrebbe comunque accostato, per guardarsi dietro. E avendo visto
che nessuna delle macchine che lo seguivano si fermava, non avrebbe dato
peso all’episodio. Convinto che non fosse successo niente, insomma. In mezzo a tanti interrogativi, però, una cosa pare certa. Quella sera,
la centrale operativa dei carabinieri aveva ricevuto più di qualche
segnalazione per la presenza pericolosa di una persona che camminava con
fare ondivago lungo la strada e ci si stava attrezzando per mandare una
pattuglia sul posto. In Procura, in attesa del deposito degli atti, il
magistrato ha concesso il nulla osta alla sepoltura della vittima. La data
dei funerali non è stata ancora decisa, ma con ogni probabilità non
saranno celebrati con rito religioso. Foto e testo ricavati dal Messaggero Veneto del 12 novembre
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