Gemona, dopo 28 anni il castello non c'è ancora
E' il 5 maggio 1976 a Gemona del Friuli e la vita trascorre tranquilla, come del resto avviene in quasi tutte le altre zone del Nord-Est. La cittadina pedemontana si appresta a vivere un'altra giornata di routine. Le famiglie si alzano, fanno colazione, i padri e le madri con i propri figli lavorano i campi, tanti ragazzi vanno a scuola, molti si svagano giocando una partitella a calcio. E' una normale e tranquilla giornata che si "spegne" come tante altre, lasciando un ricordo così vago. Una giornata volata via in un battito di ciglio, senza particolari avvenimenti. Ma poi venne il giorno del disastro, un giorno come tanti altri, nato qualunque e divenuto invece tristemente famoso: il 6 maggio 1976. Una giornata non molto diversa dalle altre, una giornata così passata fra tanti momenti disseminati in un bar, con gli amici, in famiglia, lavorando o leggendo il giornale. Finché l'orologio non segnò le ore 21. In quel momento una terribile e interminabile scossa di terremoto "svegliò" bruscamente la cittadina e il Friuli. Prima un boato che "tuonò", rimbombò e rotolò cupo", poi un tremore incessante fortissimo, seguito anch'esso da tantissime piccole scosse per tener vivo a lungo il ricordo della distruzione, della devastazione, accentuando l'incubo della morte. Il Friuli è in
ginocchio. Un giovedì come tanti altri che rimarrà indelebile nella
memoria di tutti. Per un anno intero gli abitanti di Gemona, ma anche di
tutto il Friuli, non avranno pace. Al suo posto troviamo una vecchia gru arrugginita che vuole a tutti i costi sostituire il castello nelle cartoline perché lei vuole a tutti i costi sostituire il castello nelle cartoline perché lei vuole essere la vera protagonista di una ricostruzione mai avvenuta. E allora la mia domanda è: quel castello di cui Paolo Diacono narra nell' "Historia Langobardorum", carico di storia del Nord-Est e in particolare della pedemontana, non è il caso che venga restituito ai cittadini di Gemona, rapidamente e che non sia solo argomento pre-elettorale comunale?
Quel simbolo, eretto nel 611, è detto "Castrum Glemonae" e già fu distrutto in un altro terribile terremoto, ma venne ricostruito a testimonianza della sua importanza storico sociale. Forse qualche turista il 5 maggio 1976 visitò il castello e ritornando oggi , 28 anni dopo quell'immane e assurda tragedia si chiederà: "Perché il castello è ridotto ancora a rudere? Forse perché quella gru arrugginita vuole prendere il suo posto nelle cartoline e diventare il nuovo simbolo di Gemona?". E del castello che ne sarà? Eh sì, perché una volta il castello c'era. Dario Venturini - Gemona del Friuli articolo apparso sul Messaggero Veneto del 20 ottobre 2004 |