Venerdì, 17 Giugno 2005

 
GEMONA La Soprintendenza presenterà lunedì a Udine i risultati della ricerca che racconta la vita nel maniero
Castello, scoperta la quarta torre
Conclusi gli scavi archeologici, ora si può pensare al quinto lotto dei lavori di recupero
Sono conclusi gli scavi sul colle del castello. E per il castello di Gemona si può cominciare a scrivere una nuova pagina di storia. I risultati di recenti indagini archeologiche permettono infatti di definire con maggiore precisione il ruolo della fortificazione nel panorama friulano dei secoli passati. I reperti rinvenuti sul posto danno inoltre indicazioni sulla vita che un tempo animava il maniero. La parte forse più significativa riguarda l'individuazione di una quarta torre. La costruzione, la cui esistenza era sconosciuta, crollò probabilmente a seguito di una o più scosse di terremoto. Le tracce delle sue fondazioni sono rimaste nascoste a lungo per poi venire trovate solo oggi. La torre sorgeva nell'area del cortile, zona dove gli archeologi hanno rivenuto anche parti di mura risalenti al Medioevo.«Oltre a resti di costruzioni - spiega Edoardo Vales, responsabile dell'ufficio tecnico del Comune - sono state trovate anche frecce incendiarie, palle da bombarda e resti di incendio. Ciò dimostra che, in più occasioni, il colle su cui sorge il castello è stato teatro di scontri». I ricercatori hanno poi individuato un pozzo a cisterna impermeabilizzato da uno strato di argilla. La funzione era naturalmente quella di contenere acqua e di rendere autonomo il maniero in caso di attacco.Lo scavo sarà illustrato in dettaglio lunedì a Udine, nell'ambito di convegno organizzato dalla Soprintendenza. Tra i relatori ci sarà anche Edoardo Vales. «Lo studio della storia del castello, anche sotto il profilo archeologico, non rappresenta un impedimento per la progettazione definitiva per i lavori del quinto lotto - dice il sindaco Gabriele Marini - Anche la gara d'appalto, che permetterà l'apertura del cantiere, prevista per i primi mesi del prossimo anno, non ne risentirà. Gli interventi di recupero riguarderanno infatti solo l'edificio delle carceri e la sistemazione del giardino collegato, oltre all'ingresso da via Bini. Il cortile quindi resta escluso». In merito all'avvio, in futuro, di progetti per nuovi lotti, Marini ha già avuto rassicurazioni di co-finanziamenti dalla Regione.

Articolo apparso su Il Gazzettino del 17 giugno 2005