GEMONA La Soprintendenza presenterà lunedì a Udine i risultati della
ricerca che racconta la vita nel maniero |
Castello, scoperta la quarta torre |
Conclusi gli scavi archeologici, ora si può pensare al quinto lotto dei
lavori di recupero |
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Sono conclusi gli
scavi sul colle del castello. E per il castello di Gemona si può
cominciare a scrivere una nuova pagina di storia. I risultati di recenti
indagini archeologiche permettono infatti di definire con maggiore
precisione il ruolo della fortificazione nel panorama friulano dei
secoli passati. I reperti rinvenuti sul posto danno inoltre indicazioni
sulla vita che un tempo animava il maniero. La parte forse più
significativa riguarda l'individuazione di una quarta torre. La
costruzione, la cui esistenza era sconosciuta, crollò probabilmente a
seguito di una o più scosse di terremoto. Le tracce delle sue fondazioni
sono rimaste nascoste a lungo per poi venire trovate solo oggi. La torre
sorgeva nell'area del cortile, zona dove gli archeologi hanno rivenuto
anche parti di mura risalenti al Medioevo.«Oltre a resti di costruzioni
- spiega Edoardo Vales, responsabile dell'ufficio tecnico del Comune -
sono state trovate anche frecce incendiarie, palle da bombarda e resti
di incendio. Ciò dimostra che, in più occasioni, il colle su cui sorge
il castello è stato teatro di scontri». I ricercatori hanno poi
individuato un pozzo a cisterna impermeabilizzato da uno strato di
argilla. La funzione era naturalmente quella di contenere acqua e di
rendere autonomo il maniero in caso di attacco.Lo scavo sarà illustrato
in dettaglio lunedì a Udine, nell'ambito di convegno organizzato dalla
Soprintendenza. Tra i relatori ci sarà anche Edoardo Vales. «Lo studio
della storia del castello, anche sotto il profilo archeologico, non
rappresenta un impedimento per la progettazione definitiva per i lavori
del quinto lotto - dice il sindaco Gabriele Marini - Anche la gara
d'appalto, che permetterà l'apertura del cantiere, prevista per i primi
mesi del prossimo anno, non ne risentirà. Gli interventi di recupero
riguarderanno infatti solo l'edificio delle carceri e la sistemazione
del giardino collegato, oltre all'ingresso da via Bini. Il cortile
quindi resta escluso». In merito all'avvio, in futuro, di progetti per
nuovi lotti, Marini ha già avuto rassicurazioni di co-finanziamenti
dalla Regione. |
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