Dalla chiesa della
Beata Vergine delle Grazie
Alcune opere importanti, esposte al primo piano del museo, provengono
dalla chiesa della Beata Vergine delle Grazie, costruita alla fine del XV
secolo, grazie al lascito testamentario della gentildonna Caterina Pinta.
La chiesa consacrata nel 1498 e l’annesso convento furono affidati ai
Francescani dell’Osservanza che ne ressero le sorti, alternandosi con
altri ordini, fino al 1770. Il Comune di Gemona acquistò all’asta l’intero
complesso edilizio e l’area verde circostante; da allora la chiesa e il
convento diventarono proprietà comunale.
A causa dei terremoti del 1976 gli edifici subirono danni gravissimi: il
convento fu distrutto e la chiesa ridotta a rudere. Della facciata
quattrocentesca di quest’ultima rimane ancora il portale in pietra che si
staglia sull’ampia gradinata d’accesso costruita nel 1897. L’edificio non
è stato riedificato poiché mancano i presupposti per un restauro
filologico con anastilosi, metodologia adottata in numerosi centri storici
della zona colpita dal terremoto. E’ stato invece mantenuto e valorizzato
il rudere, a ricordo e testimonianza del lacerante evento sismico.
La chiesa era detta “Chiesa della Madonna” ma anche “ Glesie dai Todesc”
(la Chiesa dei Tedeschi). Alcune iscrizioni attestavano infatti la
presenza di devoti di provenienza d'oltralpe, probabili donatori delle
opere con caratteri stilistici e iconografici che rimandano alla cultura
figurativa transalpina.
Sugli altari erano esposte opere quali la Madonna con Bambino (1496), di
Cima da Conegliano, la Sacra Famiglia con Santa Elisabetta (1505-1506) di
Pellegrino da San Daniele e altre pale d'altare di autori friulani;
accanto ad esse la grande Pala di Sant' Anna (1505) e la tavola con li
Offerenti ai lati della croce (fine sec. XVI), di chiara impostazione
nordica.
Testo ricavato dal sito www.gemonaweb.it
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