La regione autonoma Friuli
risposta alla globalizzazione

di Sergio Cragnolini

   Il professor Giancarlo Pedronetto, attualmente segretario dell'Unione Friuli, da lui stesso costituita (dopo un passato socialista e l'elezione in consiglio regionale - nel 1993 - nella lista della Lega autonomia Friuli) in maggio del 1997, ha recentemente proposto anche su queste colonne il progetto di una euroregione comprendente il Friuli - Venezia Giulia, la Carinzia e la Slovenia.

   Il politico muzzanese non è nuovo a proposte la cui caratteristica, finora, è sempre stata quella i durare lo spazio intercorrente tra la precedente e la successiva.

   Non sarebbe quindi il caso di stupirsi.

   Sorprende, invece, che il segretario provinciale dello Sdi di Udine, avvocato Franco Giunchi, possa scrivere ("messaggero Veneto" del 6 corrente): "Il messaggio di Pedronetto, segretario dell'Unione Friuli, merita di essere raccolto. Il progetto dell'Eurolegio (sic) si configura come una proposta concreta e potenzialmente -dipende naturalmente da come viene attuata - valida, che sarebbe grave errore e segno di superficialità ignorare. Se considerata e sviluppata in chiave innovativa e non di chiusura può essere una risposta corretta ed equilibrata al fenomeno della globalizzazione, che tante legittime preoccupazioni suscita ovunque nel mondo".

   La Lega Friuli - che raccoglie gli autentici autonomisti friulanisti - si propone, come è noto, di continuare coerentemente sulla strada tracciata da Fausto Schiavi, battendosi quindi per la istituzione, senza pericolose ulteriori commistioni, della regione autonoma a statuto speciale Friuli.
    Punto e basta. Questa intende essere - e non da oggi - la nostra risposta alla cosiddetta "globalizzazione" e ci chiediamo perché il popolo friulano, al quale con legge della Repubblica italiana numero 482/1999, è stato riconosciuto di costituire "minoranza linguistica storica" debba ancora aspettare per avere una propria, autonoma, definita e riconosciuta regione, nell'ambito - s'intende - della Repubblica italiana.

   La proposta di Pedronetto, che Giunchi giudica "una proposta concreta", condannerebbe invece il Friuli a essere confuso non solo con la cosiddetta Venezia Giulia (come è attualmente) e quindi con Trieste, ma - addirittura - con una Land austriaco e con uno stato sovrano, quale è la Repubblica di Slovenia.
    Come potrebbero essere raccordate - sul piano istituzionale - queste tre diverse realtà sarebbe utile ci venisse spiegato dato che, a occhio e croce, tenendo conto del peso preponderante della Slovenia (Stato che ha una propria rappresentatività a livello mondiale e anche popolazione più numerosa), ai nostri occhi appare solo una incauta proposta che condurebbe il Friuli a una vera e propria "dedizione".
    Forse è questa una strada che si propone per accontentare vecchi "appetiti"?

   Sempre leggendo l'intervento dell'avvocato Giunchi, sorprende ulteriormente che egli abbia scritto che << i socialisti democratici ritengono necessario il coinvolgimento di tutti gli autonomisti non allineati a destra in un progetto unitario originale >>, rivolgendosi all'Unione Friuli che - se non andiamo errati - è in Regione organica alleata del Polo di centro-destra e della Lega Nord-Indipendenza per la Padania (denominazione assunta il 13 luglio 1998, così appare nell'Annuario della Regione, aggiornamento al mese di giugno 2000) dall'inizio della corrente legislatura, con in giunta il proprio unico con in giunta il proprio unico consigliere, il dottor Giorgio Pozzo.
    Ciò premesso, a noi appare evidente che - in occasione delle prossime elezioni- faremo ancora appello ai friulanisti autonomi perché comprendano che solo la Lega Friuli si batte solo per il Friuli.

   La nostra formazione politica ha un solo obiettivo: la regione Friuli e per l'identità del Friuli si batterà da sola, fedele in tutto e come sempre al motto "di bessôi".

                                                                                                Segretario della Lega Friuli

Pubblicato sul Messaggero Veneto di Udine, 15 gennaio 2001