La LegaFriuli - Fuarce Friûl condivide appieno il pensiero e le posizioni autonomiste friulaniste di Gino di Caporiacco che ci pregiamo pubblicare come editato in data 19 febbraio 2001 sul "Messaggero Veneto"

PROMESSE FRIULANE

 

"Polo e Lega accantonano il Friuli storico". Questo il titolo a pagina 10 /regione) sabato 17 febbraio. Il resoconto spiega poi le diverse posizioni: una vera Caporetto (sembrerebbe) per quelli che sostengono la tesi dell'unione delle tre (domani quattro) province della regione friulana. Ma sia consentito che si rifletta sulla siderale differenza tra le promesse e i fatti, riflettendo serenamente sulle posizioni di ieri e di oggi di componenti dell'attuale maggioranza e persino di una forza politica che è all'opposizione...

Cominciamo da Forza Italia. Non si possono non ricordare i manifesti di questo partito, affissi in tutto il territorio regionale durante la campagna elettorale per le regionali del 1998. A Trieste si leggeva: <<Trieste come Trento - il Friuli come Bolzano>>. A parte la evidente preoccupazione patriottarda di ricorrente alla "inversione" Trento-Bolzano, questi manifesti mostravano il chiaro impegno di procedere - se vittoriosi - alla divisione della attuale regione, sul modello del Trentino-Sud Tirolo/Aldo Adige. Non si deve dimenticare che elemento importante di Forza Italia regionale è la Lista per Trieste, i cui esponenti-forse anche per assonanze fraterne- sono riusciti a stringere un patto politico direttamente con Silvio Berlusconi e quindi nel partito contano come l'asso di denari, mentre la componente friulana conta come il quattro, carta che a qualunque gioco conta notoriamente poco o nulla.

La Lista per Trieste -parlino gli atti ufficiali del consiglio regionale- è stata sempre convinta, fin dal suo costituirsi, che bisogna realizzare in questa regione due aree distinte: Trieste con Gorizia, il resto del territorio per conto suo. Si può discutere sul "taglio" territoriale, ma il progetto è sempre stato questo.

Non si possono neppure dimenticare i manifesti per la campagna elettorale delle provinciali di Udine nei quali campeggiava la scritta <<Un presidente per il Friuli >>, come non si possono dimenticare i proponimenti, discorsi e atti dell'eletto ingegner Carlo Melzi (si aggiunge, per dare il giusto sapore, e neppure si possono dimenticare i proponimenti e i discorsi del candidato dello sconfitto centro-sinistra, Ivano Strizzolo).

Occupiamoci ora della Lega Nord della quale -stanti i continui mutamenti di denominazione- è impossibile oggi scrivere quella ufficiale. Sta di fatto che questo partito ha, nella regione (così risulta consultando l'Annuario 2000 edito dal consiglio regionale), due diverse "segreterie nazionali" (sic): una denominata "Segreteria nazionale Friuli " e una detta "Segreteria nazionale Trieste". La "Segreteria nazionale Friuli" si articola in 3 segreterie provinciali: una ha (o aveva) sede a Mariano del Friuli, provincia di Gorizia; una a Reana del Rojale, provincia di Udine, e una a Pordenone per quella provincia. Che significato ha questa articolazione che si ritiene giusto definire persino <<nazionale >> se poi l'attuale commissario leghista Beppino Zoppolato ritiene importante fare sottili distinzioni lessicali affermando che <<parlare di Friuli storico è stato un errore >>(sono d'accordo con lui, almeno su questo) e il termine più giusto sarebbe stato e sarebbe <<aree interfunzionali >>? Da un commissario "nazionale" friulano sarebbe lecito attendersi pronunciamenti diversi, che entrassero nel merito e non si limitassero all'etichetta. E arriviamo così all'Unione Friuli, che non solo è nella maggioranza di centro-destra ma è anche in giunta con l'assessore Pozzo. Credo che un mio vecchio amico, compagno di accese battaglie in consiglio regionale alla fine degli Anni 60, che mi risulta avere una carica di rilievo in quella "Unione", non possa che sentirsi a disagio. A Pozzo va bene parlare << del Friuli-Venezia Giulia del futuro >>. Che senso ha aggiungere <<e anche del Friuli del futuro >>?

Per concludere devo necessariamente occuparmi anche del partito al quale attualmente sono iscritto: partito dei Democratici di sinistra.
Ho letto un fiero attacco alla Lega Nord che - secondo gli attuali dirigenti - <<pensa di delineare una patria e un popolo contro lo Stato nazionale >>.  Confesso che il linguaggio mi pare quello del Msi vecchi tempi, ma non posso fare a meno di osservare che, non molti mesi fa, il segretario regionale del partito al quale sono iscritto inviò una affettuosa lettera al senatore Roberto Visentin, allora ancora l'uomo di punta della Lega Nord, amoreggiando amabilmente con lui.Pensava allora Alessandro Maran che lo <<Stato nazionale non sarebbe stato in pericolo se Visentin - anziché manco rispondergli - gli avesse detto:<< Facciamo un pezzo di strada assieme, come ai tempi della giunta Cecotti >>.
Confesso, e anche questo mio intervento lo dimostra, di capir poco di politica (specie di questa "moderna"), ma per me tra il dire e il fare c'è sempre la coerenza, anche sbagliando.

                        Gino di Caporiacco