Referendum per la costituzione della Provincia dell’Alto Friuli, quale sorte verrà riservata al toponimo di “Moggio Udinese”?
Se al referendum del 21 marzo prossimo dovessero prevalere le ragioni del sì, come verrà trasformato il nome del Comune di Moggio Udinese?
Questo sarà uno dei tanti problemi che il comitato del sì non ha ancora chiarito, lasciando in braghe di tela i moggesi. Infatti saranno loro a risolvere le innumerevoli problematiche conseguenti al referendum sul toponimo del loro Comune. Dovranno pagare di tasca loro tutte le spese per le conseguenti modifiche previste dalle normative vigenti. Innanzitutto, si dovrà stabilire come denominare il Comune: “Moggio di Tolmezzo o dell’Alto Friuli” oppure “Moggio Tolmezzino”? Certamente lo cambieranno con tutte le conseguenze a carico del bilancio comunale. Ad esempio si dovranno cambiare: lo Statuto comunale e i relativi regolamenti; le tabelle toponomastiche stradali; i documenti personali a partire dalla carta d’identità, patente, licenze, autorizzazioni, motorizzazione, catasto e tante altre comunicazioni ai vari enti con notevoli dispendi di tempo e denaro. Questi sono solo alcuni dei principali sacrifici che ignari cittadini di Moggio, ma non solo, dovranno considerare al momento dell’espressione del voto, ovvero nel decidere se abbandonare o no la Provincia di Udine.
Ricordiamo, inoltre, che i comuni dove si affermeranno i no potranno tranquillamente rimanere aggregati alla Provincia di Udine anche se circondati dai Comuni fautori del sì, contrariamente a quanto dichiarato pubblicamente dall’assessore regionale carnico a proposito dei confini provinciali “a macchia di leopardo”. Infatti, ci sono parecchi precedenti che lo smentiscono clamorosamente: il più recente è quello del comune di S.Colombano al Lambro che, quando nacque, staccandosi da quella di Milano, la provincia di Lodi, decise di non farne parte, e la sua volontà venne rispettata, pur non essendo territorialmente vicino a Milano, per cui oggi S.Colombano al Lambro costituisce, da solo, una “enclave” milanese, compresa addirittura tra la provincia di Lodi e quella di Pavia!
Invitiamo, pertanto, gli elettori interessati a ponderare bene le ragioni del sì e quelle del no, prima di esprimere il voto per non doversi pentire a tempo scaduto, anche perché risulta in gioco non solo la Provincia di Udine ma lo sbriciolamento del Friuli storico.
Udine, 4 marzo 2004
Sergio Cragnolini
segretario politico di Fuarce Friûl