Sergio Cragnolini: Il pensiero di un gemonese
Si punta ad un effetto "domino" del NO

 

        Non molti elettori della Provincia di Udine ricorderanno che il sottoscritto, in occasione delle recenti elezioni provinciali del 2001, era l'unico candidato presidente (per Fuarce Friûl) che propugnava la costituzione di una nuova provincia della montagna, intesa dalla Valcellina (provincia di Pordenone) sino alle Valli del Natisone (provincia di Udine) includendo tutti i territori intermedi. Ricordo che nei vari dibattiti nessuno ha condiviso la mia tesi, a partire da Strassoldo (candidato del centro destra in seguito divenuto presidente della Provincia), e da Pressacco (centro sinistra) così pure dagli altri candidati in corsa. Risultato è stato che nei cinque collegi della Carnia , Valcanale e Canal del Ferro la mia lista ha ottenuto solo 175 voti. Conclusione: tesi proposta considerata assurda dai diretti interessati. Pertanto, o la proposta era troppo in anticipo con i tempi, oppure qualcuno voleva impadronirsi dell'idea per gestirla in un secondo tempo. Questo è puntualmente avvenuto grazie anche al governatore triestino che ovviamente taglia e cuce a piacimento, e programma l'ennesima divisione del Friuli. Ma per quale motivo? Di certo non nell'interesse del Friuli unito.

        Questa introduzione per meglio far capire la mia attuale posizione a coloro che, in occasione del Referendum propositivo per l'Istituzione della Provincia di Tolmezzo (sì… proprio di Tolmezzo e non dell’Alto Friuli come furbescamente dicono), andranno a votare. E mi permetto di aggiungere che questo sarà solo il primo passo. Il successivo probabilmente sarà quello di richiedere la provincia vera e propria al governo centrale di Roma.

      Come gemonese condivido le preoccupazioni degli amministratori locali, i quali hanno giustamente messo le mani avanti proprio per il modo con cui è stato scelto il territorio ove effettuare il referendum propositivo (senza quorum). I promotori hanno escluso argutamente alcuni Comuni che fanno parte ad esempio nel collegio elettorale regionale di Tolmezzo,  preoccupati forse per l'eventuale grande percentuale dei No: per cui è meglio non includerli a priori. Ciò è un'operazione evidente mirata ad ottenere un'alta percentuale del Sì, obbligando anche i pochi Comuni ove vinceranno i No ad aderire alla nuova provincia. I friulani non sono ignoranti è non dimenticano il caso di Forgaria nel Friuli, che ora probabilmente si ripeterà sia per lo stesso Comune che per Gemona del Friuli e per gli altri Comuni ove sicuramente vincerà il NO.

         Questo Referendum, mal proposto, procurerà profonde lacerazioni: vedasi ad esempio quello che è accaduto in seguito alla formazione della Provincia di Pordenone, ove il fiume Tagliamento è veramente un confine oltre che geografico di divisione territoriale, anche di mancate collaborazioni sinergiche. La Provincia di Tolmezzo ingenererà per i gemonesi probabilmente anche le seguenti prese di posizione:


a) richiesta successiva all'istituzione della Provincia di Tolmezzo di Referendum propositivo comunale per ritornare nella Provincia di Udine;
b) richiesta di passare alla giurisdizione del Tribunale di Udine;
c) richiesta di passare all'Unità Sanitaria di Udine;
d) richiesta di revisione dei collegi elettorali provinciali, regionali e politici includendo il Comune di Gemona del Friuli nei colleghi pertinenti alla Provincia di Udine;
e) richiesta di rimanere nella Diocesi di Udine;
f) richiesta di rimanere nella Camera di Commercio di Udine;
g) richiesta di rimanere nell'Associazione Artigiani di Udine;
h) richiesta di rimanere nell'Associazione Industriali di Udine;
i) richiesta di rimanere negli Albi Professionali della Provincia di Udine;
l) richieste di rimanere presso qualsiasi altra organizzazione sociale in ambito della Provincia di Udine.

        Tutto ciò sarà un risultato negativo per il Friuli, che per l'ennesima volta si divide anziché rimanere unito a combattere contro le imposizioni sovranazionali dell'Europa e della globalizzazione in genere.

        Infine, tornando alle recenti affermazioni dell'assessore carnico e del governatore triestino, che decideranno sul da farsi in Regione in barba a qualsiasi risultato del referendum, in particolare sui possibili risultati "a macchia di leopardo"  nei vari Comuni ove i No si affermeranno. Verranno forse considerati i risultati dei No nei soli Comuni periferici verso Udine, (una mia considerazione) ossia Gemona del Friuli, Artegna, Montenars (confina con Tarcento), Resia (confina con Lusevera), Venzone (confina con Lusevera), Trasaghis ; mentre i risultati negli altri Comuni verranno, con qualsiasi esito, fagocitati dai Sì. Inoltre rilevo anche la possibilità dell'effetto "domino" dei NO sui Comuni viciniori a quelli periferici sopra indicati. Ad esempio  Bordano, Resiutta, Moggio Udinese e via via i Comuni della Val Fella e della Val Canale, che potranno sicuramente aggregarsi ai Comuni periferici nel caso in cui i No prevalessero.

         Ad ogni modo la popolazione di ciascun singolo Comune ha il sacrosanto diritto di esprimere democraticamente la propria posizione, dopo aver valutato serenamente i vantaggi e gli svantaggi sociali ed economici della nuova istituzione dell'ente. Il risultato deve essere ponderato democraticamente, altrimenti si ingenereranno ulteriori lacerazioni di basso campanilismo che non porteranno sicuramente allo sviluppo di questo territorio.

           Come friulano e gemonese da sempre, e cittadino udinese da oltre trentanni, in questa tornata referendaria mi è stato impedito di  poter esprimere la mia posizione con un voto, grazie ad una brillante decisione partorita da quei tuttologi che ci governano da Trieste. Permettetemi almeno di esprimere la mia dichiarazione di voto in modo elettronico (sito web www.provincia-altofriuli.it)  o giornalistico invitandoVi a votare No in considerazione di tutto quanto sopra esposto. Meglio rimanere periferia di Udine che di Tolmezzo.

Sergio Cragnolini
Udine, 29 febbraio 2004

 

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